Un salice, una
strada. Due uomini ed il tempo.
E’ con questi
semplici elementi che Beckett rappresenta l’essenza della vita: l’attesa.
Parafrasando
Bukowski, la vita dell’uomo è una sorta di inconsapevole attesa perenne: c’è
sempre qualcosa che attendiamo e desideriamo, per la quale magari viviamo, per
poi ritrovarci il più delle volte a mani vuote o semplicemente delusi dalle
nostre stesse aspettative.
In questa commedia
dell’assurdo, ciò che Beckett ci mostra è proprio come l’attesa sia una grossa
parte della nostra esistenza. I due personaggi principali, Estragone e
Vladimiro, passano le loro giornate ad attendere l’arrivo di questo fantomatico
Godot, che però sembra non voler mai arrivare.
Chi sia in realtà Godot, Beckett
non lo dice. Molti hanno pensato si trattasse di Dio, data anche la somiglianza
del nome Godot con la parola inglese God; altri affermano sia la speranza,
altri ancora la morte.
E’ difficile in
effetti trovare una soluzione a tale quesito, l’opera ci lascia libera interpretazione
Personalmente, penso
che Godot rappresenti la vita stessa. I due protagonisti per la tutta la durata
della commedia non fanno altro che cercare modi per passare il tempo,
lamentandosi della loro condizione, povera e miserabile. Vediamo come arrivino
addirittura a proporre di suicidarsi impiccandosi o come continuino a ripetere
che farebbero meglio a separarsi così, forse, la loro vita diventerebbe
migliore; ovviamente, torneranno sempre insieme senza mai riuscire davvero a
lasciare l’altro.
In fondo la nostra
esistenza è così: perennemente insoddisfatti di noi stessi, ci lamentiamo della
vita, cercando delle soluzioni, senza però avere mai il coraggio di prendere
una decisione reale. Non facciamo nulla per cambiare concretamente la nostra condizione,
ma anzi aspettiamo, quasi nella speranza di vedere i nostri problemi risolversi
da soli. Mettiamo scuse a noi stessi, ci lasciamo divorare dalle ansie e dalle
paure, diventando così incapaci di vivere davvero. Il peggior dramma dell’uomo.
Nonostante io non ami
molto leggere opere teatrali, questa di Beckett è stata davvero interessante:
un viaggio alla scoperta della natura umana, di come ognuno di noi sia diverso
ed irrimediabilmente uguale al prossimo.
Consigliato.
Nessun commento:
Posta un commento