domenica 28 aprile 2013

Lettere a Milena, 5/5

Ritorno a questo blog ormai dimenticato e vi chiedo venia per l'assenza, ma troppo spesso l'ispirazione manca. Negli ultimi mesi ho un po' abbandonato la scrittura o, per meglio dire, lei ha abbandonato me; ma voglio riprendere e come primo aggiornamento vorrei parlarvi di uno degli ultimi libri che ho letto (perchè la lettura, quella, non mi abbandona mai): Lettere a Milena, di Kafka.


Edito per la Oscar Mondadori, si tratta di 225 struggenti pagine nelle quali viene riportato il carteggio tra Franz Kafka e Milena Pollak, giovane traduttrice ceca della quale Kafka si innamorò perdutamente.
Interessanti sono anche le lettere, che troviamo a fine volume, che la stessa Milena inviò a Max Brod, amico e confidente dello scrittore.
Forse più di tutti i romanzi ed i racconti, queste lettere racchiudono la vera essenza dell'animo di Kafka: un animo fragile, sensibile e profondamente dilaniato dall'angoscia, unica costante nella vita dello scrittore. In esse emergono i sentimenti più contraddittori che segnarono la vita di Franz Kafka: il suo essere ebreo e non sentirsi tale, cosa che sempre influenzerà il rapporto di Kafka con se stesso e con la società; la sua malattia fisica, che contribuì a rendere ancor più negativa la sua visione della vita e che fu sicuramente influezata ed aggravata dalla più incurabile malattia interiore dello scrittore, che potremmo tradurre come una totale incapacità di vivere, rappresentata dal suo ascetismo che non ha niente di eroico o evocativo, ma che è pura e semplice rinuncia alla vita; il mondo, infatti, rimarrà sempre un oscuro mistero per Kafka, che pur sforzandosi non riuscirà mai ad inserirsi in esso. La stessa Milena scrive di lui:

 "Tutto questo mondo è e rimane enigmatico per lui.
[...]  Egli non sarà mai sano, fintanto che avrà questa angoscia." 
Dalle lettere emerge l'amore viscerale e quasi morboso, forse anche idolatrico, che Kafka prova per Milena e che avrà un intenso picco nel breve incontro tra i due.
Di contro, nel carteggio tra la donna e Max Brod leggiamo quelli che sono i sentimenti della stessa Milena, divisa tra un profondo affetto ed una forte ammirazione per lo scrittore, che tuttavia non si risolverà mai in un amore pienamento corrisposto, anche perchè come ella scrive: 

"[...] Forse ero troppo donna per trovare la forza di assoggettarmi a una vita
che sarebbe stata, sapevo bene, la più rigorosa ascesi fino alla morte."

Ancora, molto interessante è anche l'elogio funebre scritto in onore di Franz Kafka e riportato nel libro, nel quale troviamo una sua descrizione fine ed accurata e che, personalmente, mi ha molto toccata.
Un'ottima edizione per un libro che ci aiuta a conoscere e meglio comprendere quel piccolo e magico universo che è Franz Kafka.
Vivamente consigliato.